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CONTROLLI SANITARI CINGHIALI


VISITA SANITARIA CINGHIALI ABBATTUTI STAGIONE VENATORIA 2021

Anche per il 2021, i cinghiali abbattuti nella stagione venatoria e destinati all’autoconsumo, dovranno essere sottoposti a visita sanitaria e ad esame obbligatorio per la ricerca di trichina.
Si sottolinea che, per ottenere tali prestazioni veterinarie, è necessario che ogni singola squadra di caccia effettui il pagamento di euro 50,00.
Tale importo deve essere versato, prima dell’inizio della stagione venatoria, tramite bonifico bancario intestato a :

A.S.P. di Crotone - S.V.E.T. Area B, codice IBAN IT 31 I 01005 22200 000000 218500, causale “Squadra…………..”, e trasmesso in copia alla mail veterinari.areab@asp.crotone.it
Si conferma, altresì, che, per richiedere la visita veterinaria ed il prelievo dei campioni per la ricerca della Trichina, è fatto obbligo ai cacciatori di apporre apposito codice (fascetta inamovibile e numerata-art. 16 DDG n° 7880/2016) ad ogni cinghiale che deve essere sottoposto ad esame (Reg. UE 2015/1375 del 10/08/2015).
Il cacciatore deve anche compilare apposito modulo (All. 3), indicante il codice del capo abbattuto, il nome della squadra, il numero progressivo dei capi abbattuti nella singola giornata, la zona di abbattimento con data ed ora, il nome e la firma del capo squadra o persona formata.
Per il prelievo di muscolo, finalizzato alla ricerca della Trichina, deve allegare la seguente dichiarazione: “Si attesta che il prelievo di campione di muscolo che viene inviato appartiene al soggetto con il codice di identificazione riportato nella presente scheda”.
Per ogni capo abbattuto, per esclusivo uso familiare, dovrà essere presentata, ad un veterinario in servizio presso i macelli autorizzati dell’A.S.P. di Crotone, individuati quali punti d’igiene/ispezione ed indicati nell’Allegato 2, almeno la corata (fegato, polmone e cuore) con annesso diaframma, da cui verrà prelevato il campione per l’esame trichinoscopico.

Raccolta dati e informazioni cinghiali e/o organi ALLEGATO 3

PESTE SUINA AFRICANA

Sono stati segnalati in Europa casi di peste suina africana (PSA), una malattia virale dei suini e dei cinghiali per la

quale non esistono vaccini né cure. Innocua per l’uomo, la malattia mette a rischio fra l’altro gli allevamenti di suini,

con costi economici importanti. Il ruolo dei cacciatori è anche in questo caso fondamentale, essendo le uniche

sentinelle sul territorio naturale in grado di segnalare tempestivamente ritrovamenti o abbattimenti di soggetti malati.

Per sensibilizzare i praticanti su questo tema, il ministero della Salute ha preparato un opuscolo contenente le

avvertenze più importanti in merito alla PSA. 

LA PESTE SUINA AFRICANA Di cosa si tratta:

• La peste suina africana (PSA) è una malattia virale dei suini e dei cinghiali per la quale non esistono vaccini né cure.

• La presenza della malattia in un territorio, sia nel cinghiale sia nel suino, ha conseguenze economiche devastanti a causa delle restrizioni commerciali imposte dalla Comunità Europea.

• I ceppi più aggressivi, come quello circolante in Europa dal 2013, sono di norma letali per i suidi.

• Il virus è estremamente resistente e mantiene la propria infettività sia nell’ambiente esterno fino a 100 giorni sia nelle carni per diversi mesi.

• L’uomo non è sensibile alla malattia. La malattia determina gravi danni su: Allevamenti e Zootecnia

• Il virus uccide solo gli animali, in particola solo i suidi (suini e cinghiali).

• In caso di riscontro della malattia vi è il divieto di commercializzazione internazionale di animali e prodotti carnei e limitazioni anche a livello nazionale. Fauna e attività venatoria:

• A causa della malattia, le popolazioni di cinghiali possono diminuire in modo significativo.

• La pratica venatoria può essere limitata o addirittura vietata in alcune aree infette. Trasmissione e diffusione della malattia La trasmissione può avvenire per contatto diretto tra animali (suini o cinghiali) infetti (morti o malati) e animali sani oppure per via indiretta attraverso:

• l’uomo se venuto a contatto con animali o carcasse infette.

• indumenti, veicoli, attrezzature venute a contatto con il virus o qualsiasi materiale contaminato

• Carne (suina o di cinghiale) e prodotti derivati infetti, qualora siano dati come alimento, anche in modo occasionale e/o involontario, ai cinghiali o maiali. Risultano particolarmente a rischio le carni o prodotti a base di carne di origine sconosciuta e i rifiuti di cucina o le frattaglie di animali cacciati non correttamente smaltite.